Numero 5 • Esseri umani ed animali
I primi anni del metrò. La misura di tutte le cose. Sei una bestia, Viskovitz. Il leopardo delle nevi.
Buongiorno e buona domenica a tutti!
Questa settimana c’è chi si è fatto gli auguri per l’anniversario dal primo lockdown, e chi ha inviato o ricevuto meme sugli effetti catastrofici del vaccino di AstraZeneca (l’EMA ne ha confermato la sicurezza); ma la festa sicuramente più bella, per cui spero abbiate mandato e ricevuto auguri, è quella del papà del 19 marzo: auguri di nuovo a tutti i papà!
In più, oggi è primavera, quindi mettete da parte il telefono, aprite le finestre, uscite, cogliete un narciso, annusate i fiori bianchi di un prugno e non lasciatevi scappare il momento! (Poi riprendete il telefono e leggetevi questa newsletter, all’ombra del prugno).
Il numero di oggi parlerà di animali e della loro intelligenza.
Ma come, adesso i numeri della newsletter hanno un tema?
Sì: da questo numero in avanti cambieranno alcune cose ne Il Sistema Periodico. Vorrei cercare di metterci dentro più natura e più scienza, e di esplorare più a fondo le loro connessioni con la cultura e con le storie. Ho aggiornato la pagina About per spiegare meglio il filo rosso che collegherà i vari numeri. Come sempre, il vostro feedback è molto prezioso, quindi non esitate a scrivermi o commentare.
Grazie, e buona lettura!
Il racconto
I primi anni del metrò
Per lungo tempo ci siamo creduti gli unici esseri intelligenti del pianeta. Da qualche decennio a questa parte, la scienza invece ha cominciato a studiare la mente e i comportamenti degli animali, rivelando che sono molto più intelligenti di quanto pensassimo.
Tuttavia, una cosa che sicuramente ci distingue dagli animali è il linguaggio: evoluto come il nostro non ce l’ha nessun’altra specie. Quindi è divertente quando la letteratura decide di dar voce agli animali.
Ho giocato anche io con questa idea, in un breve racconto ispirato dall’immagine che vedete sopra. Eccolo qui:
Tempo di lettura: 4 minuti. La versione pdf è qui.
L’analisi
La misura di tutte le cose
Tempo di lettura: 6 minuti.
La pubblicazione de L’origine della specie di Charles Darwin nel 1859 ha segnato l’inizio di una rivoluzione nel modo in cui gli esseri umani vedono sé stessi e il proprio rapporto con gli altri animali. Da quel momento in poi si è cominciato a capire che gli umani non sono stati creati separatamente dagli altri essere viventi, ma si sono evoluti esattamente come tutti gli altri.
Eppure, ancora oggi l’idea che l’essenza degli esseri umani sia fondamentalmente diversa da quella degli altri animali rimane radicata nella cultura occidentale. Per millenni ci siamo creduti al di sopra di tutti gli altri, e non bastano poche centinaia di anni per cambiare la nostra prospettiva. Ma qual è l’origine di queste idee così radicate, nelle quali tanti credono fermamente nonostante la mole di evidenze scientifiche che dicono il contrario? Ho provato a capirci qualcosa di più rileggendo alcuni passi del libro della Genesi, e un mito raccontato da Platone in uno dei suoi dialoghi filosofici.
La redazione definitiva del libro della Genesi, secondo l’ipotesi maggiormente condivisa dagli studiosi, è da collocarsi fra il 600 e il 500 a.C, ossia circa 2500 anni fa (confesso che io me la immaginavo più antica). Le Genesi è stata scritta in ebraico, e nel primo capitolo parla della creazione del mondo da parte di Dio: gli animali vengono creati il quinto giorno. La Genesi descrive così l’avvenimento:
Poi Dio disse: ‘Producano le acque in abbondanza animali viventi, e volino degli uccelli sopra la terra per l’ampia distesa del cielo’.
[…]
Poi Dio disse: ‘Produca la terra animali viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali salvatici della terra, secondo la loro specie’. E così fu.
E Dio fece gli animali salvatici della terra, secondo le loro specie, il bestiame secondo le sue specie, e tutti i rettili della terra, secondo le loro specie.
E Dio vide che questo era buono.
Ho trovato curioso leggere che Dio ha creato prima gli animali acquatici e gli uccelli, e poi le specie della terra. La scienza moderna concorda con la nascita dei primi animali nell’acqua, ma poi afferma che sono stati gli anfibi e i rettili ad evolversi prima degli uccelli. Ho anche trovato curioso che Dio creasse il bestiame separatamente dagli animali selvatici, come se gli animali di cui gli umani si servono per i propri scopi fossero intrinsecamente diversi dagli altri.
La Genesi continua, parlando della crazione dell’uomo:
Poi Dio disse: ‘Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza, ed abbia dominio sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sul bestiame e su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra’.
E Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina.
E Dio li benedisse; e Dio disse loro: ‘Crescete e moltiplicate e riempite la terra, e rendetevela soggetta, e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra’.
A rileggerlo adesso, questo passo mi fa venire un po’ i brividi. Nel 600 a.C. gli umani non avevano poi così tanto potere. Certo, erano gli unici animali ad avere colonizzato tutti i continenti del pianeta, ma la loro impronta era assai ridotta. Oggi invece le parole della Genesi suonano come una profezia: nell’ultimo secolo ci siamo moltiplicati ad una velocità spaventosa, e abbiamo cominciato a dominare a tal punto il mondo naturale che alcuni si chiedono se abbia ancora senso parlare di Natura. Pensandoci su, però, non mi sorprende trovare queste parole nella Genesi. Insieme ad altri fattori, hanno contribuito alla visione che la civiltà occidentale ha sempre avuto e continua ad avere delle piante e gli animali: esseri inferiori da sfruttare per il proprio tornaconto.
Platone, invece, è vissuto un paio di secoli dopo la stesura della Genesi, fra il 428 e il 348 a.C. In uno dei suoi dialoghi, intitolato Protagora, racconta un mito bellissimo che ha come protagonisti i titani Epimeteo e Prometeo. Molti si ricordano di Prometeo e della brutta fine che gli dèi gli fanno fare, ma nel rileggere questo mito mi ha colpito anche la figura e il ruolo del suo fratello più tonto.
In breve, la storia è questa: al momento della creazione delle stirpi mortali, gli dèi ordinarono a Prometeo e a Epimeteo di distribuire doti e abilità con misura a tutti gli esseri che popolavano la terra, uomini e animali, in modo tale che si mantenesse una certa armonia. Accadde però che Epimeteo persuase il fratello, volendo distribuirle da sé. Ma, non essendo molto intelligente, Epimeteo diede tutte le qualità agli animali, lasciando nudo e scalzo l’uomo. Prometeo, per rimediare all’errore, rubò l’abilità tecnica da Efesto e Atena insieme col fuoco, per donarlo all’uomo. Così l’uomo ottenne la perizia tecnica. (Continuava a mancargli però l’abilità politica, cosa alla quale poi Zeus cercherà di rimediare inviando Ermes con i doni del rispetto e della giustizia. Ma non mi dilungo qui: è un mito fantastico ed estremamente attuale, andatevelo a leggere!)
Dunque: l’uomo è nudo e scalzo. Un’immagine molto diversa dalla Genesi, no? E però, all’uomo vengono donati il fuoco e l’abilità tecnica, che gli permetteranno di avere la meglio su animali molto più grandi e più forti di lui (orsi, leoni, mammut e tutti gli animali che, in una realtà parallela, sarebbero stati sopra di noi nella catena alimentare). Questo mito concorda molto di più con ciò che sappiamo della realtà storica: se avete letto il libro Sapiens di Yuval Noah Harari, sapete che è proprio grazie al fuoco e ad altre invenzioni geniali (tutte possibili grazie al linguaggio) che la specie homo sapiens ha cominciato a dominare sugli altri animali. Tuttavia, il mito condivide con la Genesi l’idea che gli umani siano diversi da tutti gli altri animali del pianeta.
È a causa di storie come queste, storie che ci raccontiamo da migliaia di anni, che continuiamo a credere di avere il diritto di sfruttare le risorse naturali del pianeta senza dover preoccuparci delle conseguenze. Come ha detto proprio il filosofo Protagora, protagonista del dialogo di Platone, l’uomo è misura di tutte le cose. Il problema che abbiamo oggi è che siamo in tanti, troppi umani, e che allo sviluppo della nostra abilità tecnica non è corrisposto uno sviluppo della nostra saggezza politica. Quindi non siamo molto bravi a prendere decisioni insieme, come una polis globale, anche quando le decisioni sono necessarie per scongiurare le gravi conseguenze di fenomeni di cui siamo la causa, come la crisi climatica. Non resta che sperare che Zeus mandi un nuovo Ermes a salvarci!
Nuovi stimoli
Sei una bestia, Viskovitz
Se avete desiderio di approfondire ulteriormente il tema, in questa parte della newsletter trovate suggerimenti e link a risorse legate all’intelligenza e al comportamento animali. Ecco la lista:
Sei una bestia, Viskovitz è un’antologia di racconti di Alessandro Boffa, pubblicata nel 1998 e da poco riproposta dalla casa editrice Quodlibet in una nuova ristampa.
Vi è mai capitato di scoppiare a ridere leggendo un libro? È un evento molto raro, ma con questa antologia vi posso quasi garantire che succederà. In ogni racconto il protagonista Viskovitz si incarna in un animale differente, e racconta le sue comiche avventure amorose. Ci si diverte un mondo e si imparano tantissime cose sul comportamento degli animali.
In poche parole è una docuserie che Netflix ha realizzato in collaborazione con Vox, un sito di notizie americano famoso per i suoi explainers pezzi giornalistici in cui una notizia è spiegata bene, fornendo tutte le informazioni di contesto necessarie per farsi un’idea completa).
Nella Stagione 2 di In poche parole c’è un episodio intitolato Intelligenza animale, che parla delle ultime scoperte della scienza riguardo al tema. Tutti gli episodi della serie sono molto appasionanti e realizzati con grande cura: ve li consiglio caldamente.
La collana Animalia di Adelphi è una serie di saggi che la casa editrice ha pubblicato sul mondo animale.
Sono scritti da biologi, neuroscienziati ed esperti di intelligenza animale, tutti di alto livello. Provate a leggervi qualche titolo e descrizione, non ho dubbi che qualcuno catturerà la vostra attenzione!
Essere animale, una playlist su Spotify che ho creato con dentro 10 canzoni dove gli animali giocano un ruolo importante.
Dentro ci troverete un assortimento eclettico di generi e di artisti: l’unica cosa che lega tutte le canzoni è il fatto che viene nominato un animale. Vi accorgerete allora che il mondo animale è fonte infinita di metafore, e ci aiuta a parlare di cose del nostro mondo: ad esempio l’amicizia (Birds of a feather), la droga (White rabbit), la bellezza femminile (Stella di mare), ma anche gli insulti più creativi e terribili che si possano formulare in lingua spagnola (Rata de dos patas).
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La citazione
Il leopardo delle nevi
Peter Matthiessen, scrittore e naturalista statunitense, ha pubblicato nel 1978 un libro dal titolo Il leopardo delle nevi, in cui narra un viaggio da lui compiuto attraverso la catena montuosa dell’Himalaya.
Ufficialmente, sull’Himalaya Matthiessen ci andava per accompagnare un amico naturalista interessato allo studio delle pecore blu, ma in realtà quello che lo interessava erano altre due cose: conoscere meglio la cultura buddista tibetana (Matthiessen praticava meditazione da molti anni), e avvistare il leggendario leopardo delle nevi, animale rarissimo, sfuggente e schivo, metafora dell’illuminazione agognata dai praticanti della meditazione buddista.
La citazione che vi allego viene da una scena del libro in cui Matthiessen incontra un lama (cioè un maestro di buddismo tibetano) nel remotissimo distretto del Dolpo, in Nepal. Il lama è storpio e non si può muovere: ha vissuto quasi tutta la sua vita sulle montagne, lontano dalla civiltà. Matthiessen trova il coraggio di chiedergli se sia felice, vivendo così, da solo, lontano da tutto il mondo. La reazione del lama è questa:
Indicando le sue gambe contorte senza traccia di autocommiserazione o amarezza, come se appartenessero a tutti noi, allarga le braccia al cielo e alle montagne innevate, al sole alto e alle pecore danzanti, e grida: “Certo che sono felice qui! È meraviglioso! Soprattutto quando non ho scelta!”
Nella sua totale accettazione di ciò che è, mi sento come se mi avesse colpito al petto. Tè al burro e immagini di vento, la Montagna di Cristallo e pecore blu che ballano sulla neve: è abbastanza!
Hai visto il leopardo delle nevi?
No! Non è meraviglioso?
Spero che questo numero vi sia piaciuto! Grazie per essere arrivati fino a qui, ci rivediamo fra due settimane. Ciao!
bellissimo numero!